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La Sicilia del XVII secolo è parte integrante dell'Impero spagnolo. Non per diritto di spada, ma per diritto ereditario: dal 1302, infatti, la Sicilia fa parte del Regno d'Aragona. Nel 1492 il matrimonio tra Isabella di Castiglia e Ferdinando d'Aragona sancisce la nascita dello Stato spagnolo come Stato unitario e la Sicilia ne segue i destini. Nel corso delle crisi del Seicento anche la Sicilia viene sconvolta e coinvolta in una serie di tumulti e rivolte che contrappongono diverse città siciliane al potere centrale di Madrid. Sull'Isola, il primo segnale di malessere e di opposizione ai crescenti gravami fiscali imposti dal governo di Madrid all'interno degli stati spagnoli, avviene a Messina. Nel 1612 la città si ribella contro l'aumento delle imposte sulla seta, produzione fondamentale per l'economia del tempo. Messina però vince e costringe il Viceré Duca di Osuna ad annullare l'aumento dei dazi sulla seta. Inizia così un periodo di rivolte violente, che si sviluppano con una geografia e un calendario differenziato: nel 1647 insorge Palermo, a distanza di un mese circa dalla coeva rivolta di Masaniello a Napoli...